La Terra Santa e la Madonna della Grotta
“Terra Santa”… Al solo pronunciare queste due magiche parole, l’animo di ogni cristiano, e particolarmente di noi confratelli dell’Ordine del Santo Sepolcro, va in subbuglio e commozione profonda.
Mi sia consentito ripetere qui quanto scrivevo nella presentazione del mio libro “Pace in Terra Santa – Problema irrisolvibile?”
“Terra Santa”, parole magiche che fanno ‘soffrire o gioire’, che ‘amareggiano’; che ‘turbano’; che ‘deprimono o aprono alla speranza’; che ‘fanno sognare’; che ‘scatenano – in ogni caso – una somma immensa di sentimenti, a volte l’uno in contrasto con l’altro’.
“Terra Santa”, parole che nella realtà odierna angustiano le coscienze degli uomini ad ogni livello.
Mi pare di non essere lontano dalla realtà se mi permetto di affermare che di certo sono state queste riflessioni che hanno spinto Corrado di Baviera a insistere presso i suoi superiori finché non gli fu concesso di recarsi, pellegrino tra i pellegrini, in Terra Santa ed in un periodo tanto difficile nella storia della Palestina cristiana.
Ma questo umile e santo frate richiama anche e impone alla nostra riflessione la Grotta di Santa Maria sull’asse Carbonara-Modugno, a poco più di due chilometri dalla cittadina pugliese, presso la quale, reduce dalla Terra Santa, infermo e fortemente provato dagli orrori di una guerra fratricida, egli cercò rifugio e rimedio alla sua anima prima ancora che al suo corpo.
*Santa Maria ad Gryptam era – e lo à ancora nonostante i secoli trascorsi - un santuario di forte spiritualità, nel quale i segni, anche visivi, della nostra fede si evidenziano e si affermano in stretta connessione con la vita del Salvatore del mondo: affresco della Madonna col Bambino; la statua in pietra, opera della scuola pugliese del ‘600, raffigurante la Madonna con sulle ginocchia il corpo di Cristo appena deposto dalla Croce; i graffiti sul pavimento musivo con i simboli eucaristici dei pani e dei pesci. Tanto per citare alcuni elementi presenti nella Grotta che la collegano alla Terra Santa, richiamo delle vicende della salvezza, dal “Fiat” della Vergine, alla nascita di Cristo, “Figlio di Dio fatto Uomo”, alla sua crocifissione e morte, alla “Deposizione”, al dono immenso della Eucaristia, alla “Resurrezione” suggello della nuova alleanza.
Tutti segni offerti alla profonda meditazione di quei santi monaci che nella Grotta ritrovavano cibo e bevanda a rinfrancare il loro spirito lontano dai tumulti del mondo.
E’ questo il collegamento più significativo che a me pare leghi la Grotta alla Terra Santa.
E’ questo collegamento che induce a considerare l’importanza della Grotta, della forte spiritualità che da essa emana, a privilegiarla come sede del proprio eremitaggio come appunto fece il santo monaco Corrado di Chiaravalle.
Ma che cosa è questa grotta?